24 FEBBRAIO 2017: I nostri primi venti anni: 1997/2017
“[…]Il Cerchio è riuscito ad essere pioniere di una missione importante, ovvero quella dell’inclusione e della coesione sociale, con le quali offrire una possibilità a tutti.[…]”,
“[…]Il Cerchio ha avuto la sua capacità di agire su più piani, oltre alle attività lavorative è riuscita a mantenere un dialogo costante con le pubbliche amministrazioni, associazioni e fondazioni[…]”.
Sono solo alcune delle bellissime parole uscite sulla stampa locale in occasione del dibattito organizzato il 24 febbraio per festeggiare assieme alla città di Venezia i primi venti anni di attività de Il Cerchio.
Il dibattito “I nostri primi venti anni. Esperienze sul lavoro nel carcere femminile” organizzato nell’anniversario della cooperativa fondata da Gianni Trevisan nel 1997 ha visto la partecipazione di oltre 200 persone.
I lavori sono stati coordinati da Gianni Vianello e hanno visto gli interventi dei vari relatori.
Inizialmente ci sono stati i saluti dell’Assessore comunale alla Coesione Sociale Simone Venturini.
Gianni Trevisan ha ricordato come in seguito ad un avvenimento delittuoso ci si sia trovati dinanzi alle gravi problematiche carcerarie. Assieme a Raffaele Levorato è iniziata l’attività sociale di volontariato con il Granello di Senape. Attività che ha portato Trevisan alla fondazione della Cooperativa Sociale Il Cerchio che in questi venti anni ha dato lavoro a circa 700 tra detenute e detenuti, realizzando una sartoria e una lavanderia industriale, avviando importanti collaborazioni con il Teatro La Fenice e La Biennale. Ora la Cooperativa deve guardare al futuro e farsi impresa capace di operare anche su gare europee.
L’intervento del Presidente del Tribunale di Sorveglianza Giovanni Maria Pavarin ha evidenziato che con l’introduzione del lavoro in carcere voluto dalla legge Gozzini si è avviato un importante cambiamento dando ai detenuti dignità.
L’ex Direttrice del Carcere Femminile della Giudecca Gabriella Straffi ha ribadito che con l’introduzione del lavoro in carcere e l’ingresso di attori e musicisti per eventi dedicati alle detenute è cambiato il clima interno ed il volto stesso delle detenute.
Massimo Cacciari ha sintetizzato che l’unico modo per affrontare la pena è quello di affrontarla come una non pena, che vuol dire portare lavoro e attività in carcere, altrimenti la pena diventa amministrazione di un inferno.
Si sono succeduti poi gli interventi di Enrico Sbriglia Provveditore PRAP Triveneto, di Imma Mannarella Direttrice del Carcere di S. M. Maggiore, di Antonella Reale Direttrice del Carcere Femminile, di Annamaria Marin della Camera Penale di Venezia, di Sergio Steffenoni Garante dei diritti dei detenuti, di Padre Andrea Careser già cappellano del Carcere Femminile, di Giorgio Mainoldi Amministratore Delegato della Cooperativa Il Cerchio.
I lavori sono stati chiusi dall’intervento del Sottosegretario del Ministero della Giustizia On. Gennaro Migliore che ha puntualizzato che queste realtà operanti nelle strutture carcerarie fanno la differenza e bisogna promuovere sempre di più l’idea di impresa sociale, avvicinando le aziende al carcere affinché portino lavoro attuando i principi della Costituzione.
Ai lavori del Convegno erano presenti Maria Voltolina Presidente del Granello di Senape, Liri Longo Presidente di Rio Terà dei Pensieri (fondata da Raffaele Levorato deceduto recentemente e più volte ricordato negli interventi).
Di seguito le foto di alcuni dei momenti salienti della giornata e la rassegna stampa dell’evento.
GLI OSPITI
Simone Venturini
Assessore alla Coesione Sociale del Comune di Venezia
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